Etichetta: accessorio utile e indispensabile
Se pensi alle etichette, a cosa pensi? Alle etichette sui prodotti che compri, come formaggi, carne e qualsiasi altro prodotto alimentare, medicinali, cosmetici? Insomma, pensi a piccoli adesivi colorati rettangolari o di altra forma su cui vengono scritte informazioni più o meno rilevanti riguardo a ciò che stai comprando. Ma le etichette sono molto di più, sono parte integrante del prodotto e della sua personalità, sono uniche nel loro design e nei loro dettagli , sono molto di più di un semplice pezzo di carta adesivo.
Ma andiamo oltre, a vedere alcune etichette particolari a cui magari non hai mai dato grandi attenzioni.
Braille
Braille è un linguaggio che associa ad ogni lettera e simbolo dei puntini rialzati, così che possono essere letti al tatto, principalmente per persone non-vedenti. Venne inventato da un signore francese che, in seguito ad un incidente accadutogli da bambino, perse la vista; alla tenera di età di 15 anni, sviluppò questo metodo di scrittura, che venne poi pubblicato e diffuso nel 1829.
Le etichette braille sono molto diffuse, soprattutto per prodotti alimentari, farmaceutici o per altre indicazioni importanti. Le scritte braille sulle etichette vengono realizzate attraverso la serigrafia: il telaio, su cui viene riportato il simbolo o le scritte, è un telaio a pochi fili, tra i 20 e i 60, in modo da lasciar passare sufficiente inchiostro. L’inchiostro che viene usato è una vernice speciale, che, dopo essere passata sotto la luce UV, si asciuga rialzandosi leggermente e lasciando quindi il rilievo delle scritte braille.
Le etichette che cambiano colore
Quante volte aprendo il frigorifero perché avevamo voglia di qualcosa di fresco abbiamo scoperto dall’etichetta che era scaduto magari da settimane? E quanto cibo abbiamo buttato solo perché ci eravamo accorti che aveva ormai superato la data di scadenza?
Sviluppare etichette più comprensibili, si stima, potrebbe ridurre lo spreco di cibo fino all’8%. I cinesi hanno già trovato una soluzione, ovviamente: etichette che cambiano colore in base al tempo e alla temperatura. Queste etichette hanno una consistenza quasi gelatinosa, e contengono atomi d’oro e d’argento i quali, col tempo, reagiscono tra di loro causando un cambio di colore da rosso, a giallo a verde. Diventerebbero dunque etichette personalizzate non solo per ogni prodotto, poiché si può regolare la quantità di reagenti e dunque la velocità di reazione, ma anche per l’unità comprata da ogni singolo consumatore: se si dimenticherà di mettere il latte in frigo per due giorni, l’etichetta lo dirà! Le etichette verrebbero poste all’esterno del prodotto e cambierebbero colore in modo irreversibile, senza lasciare spazio a ombre di dubbi.
Simili ricerche sono state condotte anche dall’Università Bicocca di Milano in collaborazione con l’Imperial College di Londra, ottenendo risultati analoghi su un materiale termo cromico a base di silice. Pur essendo scoperte recenti, queste etichette intelligenti si prospettano come un nuovo accessorio utile se non indispensabile per la sicurezza alimentare, e non solo.
Le etichette che si dissolvono
Non ti è mai capitato di rimuovere un’etichetta da un contenitore di cibo, una fiala o un qualsiasi altro oggetto? E quante volte ti sei innervosito, nel farlo, per i residui di colla e carta rimasti attaccati? Una soluzione a questo problema, e anche in questo caso non solo a questo, sono le etichette solubili.
Le etichette solubili in acqua rappresentano un’ottima soluzione per applicazioni temporanee dove è necessaria una rimozione semplice, una re-identificazione o comunque una riduzione degli sprechi. Sono numerosi le applicazioni di questo materiale, per fiale o vetreria che si utilizzano in laboratorio, ma sopratutto per l’industria alimentare, poichè permette di ridurre la contaminazione batterica che può attaccarsi alla colla adesiva delle etichette.
Questo materiale solubile, ecosostenibile e non-tossico, si dissolve immediatamente in acqua o può decomporsi gradualmente a seconda della quantità di umidità a cui è esposto. Si tratta di un materiale a base di polpa di legno e carbossimetilcellulosa, comunemente usata come additivo alimenare; ha una consistenza simile alla carta, ma, una volta a contatto con l’acqua, si dissolve completamente senza lasciare alcuna traccia.